Un’altra settimana di strano silenzio a Chelsea. Dove sono rimasti i grandi opening, la folla di gente? Il ridimensionamento degli eventi lascia supporre che il quartiere si trova in un momento di cambiamento. Le gallerie puntano di più sul disegno e sulla pittura di piccolo formato e ridimensionano (per il momento?) opening vistosi. E spuntano addirittura anche i primi spazi autogestiti.
John Lees @ Betty Cuningham Gallery
Cosa può celare la sabbia. Sembra guardare opere di inizio 900 e invece si tratta di un pittore contemporaneo e anche molto conosciuto a New York; John Lee. La sua galleria, Betty Cuningham Gallery, offre un ampia personale. Le sue tele, quasi tutte di piccolo formato, sono realizzate con diversi strati di materia. Pierrot, autostrade, oggetti d’arredo e immagini fiabesche si celano sotto pittura, sabbia, carte o altri tessuti applicati. Tutte le opere confermano lunghe ore di lavoro per un risultato che però non ci convince del tutto.
http://www.bettycuninghamgallery.com
Peri Schwartz @ Garvey Simon
L’architettura che funziona sempre. La Galleria Garvey Simon ci accoglie con un atmosfera chiara e fresca. I disegni /dipinti di Peri Schwartz dallo stile architettonico scandiscono gli spazi ulteriormente. Da un lato interni di case/studio in carboncino, dall’altro bottiglie e vasetti ad acquerello come se guardassimo un Morandi del 2013.
http://www.garveysimonartaccess.com
Susan Weil @ Sundaram Tagore Gallery
Mah?! Ci troviamo un po spiazzati alla Sundaram Tagore Gallery in mezzo alle opere di Susan Weil che sembrano non ancora arrivate del tutto alla maturità artistica anche se il curriculum dell’artista riporta istituzioni notevoli. Un grande numero di visitatori circonda le opere e l’ambiente è molto vivace. Il titolo della mostra Time Pace può essere interpretato in molte maniere per dare un filo conduttore alle opere di Weil che sono spesso composte da più elementi e che effettivamente scandiscono in qualche modo il tempo.
http://www.sundaramtagore.com
Tom Wood @ Thomas Erben Gallery
Il silenzio degli innocenti. Dobbiamo attraversare lunghi corridoio vuoti per arrivare alla Thomas Erben Gallery che inaugura una mostra di fotografia di Tom Wood. Il silenzio che vige fuori dalle porte degli spazi espositivi purtroppo non si rompe nemmeno dentro e la lunga fila di fotografie esposte non riesce creare un atmosfera più movimentata. Se una parte testimonia gli abitanti dell’Hinterland Inglese, in qualche maniera già visti, scopriamo in mezzo comunque alcuni scatti in bianco e nero che riportano una particolare aura, silenziosa ma convincente.
Dionisos Fragias @ RARE Gallery
Good vibrations. L’opera che si distingue questa settimana da tutte le altre è dell’artista Dionisos Fragias: una scultura cinetica fatta di un finto blocco di marmo in cui è scolpita la parola “history” e che vibra ininterrottamente sotto un cubo di vetro. Una voluta metafora per la storia in decadenza oppure totale incolumità? Potremmo dire che rispecchia parecchio l’aria del momento, ovvero l’aria di crisi che sembra si stia allargando anche in questo quartiere.
Alessandro Del Pero @ Tazza Gallery
Esempio di crescita in pochi mesi. Finalmente della giovane pittura che può competere con le grandi gallerie che governano il territorio. Inaugura la mostra personale di Alessandro del Pero presso la Tazza Gallery e ci da un grande spiraglio di ottimismo per quanto riguarda l’uso del medium più familiare. Si tratta della seconda personale in solo un anno che ci fa supporre che l’artista sia in forte crescita. Le opere, in parte autobiografiche in parte astrazioni immaginarie, confermano l’evoluzione newyorkese rispetto a pochi mesi fa. Negli ambienti interni si intravede il suo passato d’architetto e oggetti e figure umane fungono da finestre sulla vita personale. L’insieme funziona sotto tutti punti di vista, anche quello del afflusso di visitatori.
The Fantastic Painting Show
Self made women. Quando mai potevamo vedere una pop up show nel bel mezzo di Chelsea? Anche questo un indizio che il quartiere del lusso stia cambiando? In un ex-night club, con bar e sala proiezione, è allestita la mostra temporanea “The Fantastic Painting Show”. Le tre artiste Rebecca Haskins, Bettina Sellmann e Shiri Mordechay si sono auto-organizzate sorvolando il sistema delle gallerie commerciali, espongono opere create con diversi media e vicine all’illustrazione.
Andy Kehoe, Marco Mazzoni, Souther Salazar @ Jonathan Levine
The final cut. Per concludere la settimana espositiva ci rechiamo presso la Jonathan Levine Gallery che inaugura con tre solo show contemporaneamente. Come sempre, un grandissimo afflusso di gente e un atmosfera giovane e divertita, questa inaugurazione alza decisamente la media settimanale. Andy Kehoe, Marco Mazzoni, Souther Salazar, l’uno più diverso dall’altro, lavorano tutti con la matita e la carta offrendo cosi al pubblico una prospettiva molto colorata per quanto riguarda l’interpretazione creativa della realtà.
http://www.jonathanlevinegallery.com
Questo articolo è pubblicato su Artribune.
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